Torinosette 7 Giugno 2002
I Negazione erano in quattro, ma sembravano tanti. Tantissimi. Tutti noi, in certi momenti. Quando salivano sul palco Zazzo (voce), Tax (chitarre), Marco (basso) e il batterista del momento, succedeva qualcosa: pensate a quante volte capiti oggi di uscire da un concerto con una sensazione del genere addosso, e l'impatto presto calcolato. Conta più del metal, del punk e del rock d'autore con cui oggi si potrebbe tentare di spiegarne lo stile.
L'antologia che riassume il viaggio discografico e spirituale della band torinese si intitola come la loro canzone più suggestiva, "Tutti pazzi", esce venerdì 7 per l'etichetta V2 e colma una lacuna macroscopica per la ricostruzione della storia del punk italiano. Ventitré canzoni (da non ricondurre al fatto che 23 è il numero del Demonio, e dunque da non far scorrere al contrario per cercare messaggi satanici) che raccontano la storia (1983 - 1992) di una maniera differente di stare nel mondo della musica: per suono, contenuti, rapporto col business ed arte della comunicazione. Si comincia con un inedito, "Giochi nel vento", che i fan ascoltarono negli ultimi concerti prima dello scioglimento; luccicano i gioielli melodici "Brucia di vita" e "Sempre in bilico"; ruggisce l'inno "Lo spirito continua"; si incontrano chicche in arrivo dai tempi antichi ("Omicida 357 Magnum", la stessa "Tutti pazzi") e testimonianze dell'era internazionale ("Straight and Rebel", "Little Dreamer"), un remix intitolato "Todos Locos", schegge dal vivo, rumore, fantasia, gioco e malinconia. Cose che capitavano a ragazzi chiamati ad inventarsi giorno per giorno la strada per una creatività emotivamente e socialmente compatibile.
Con intorno una comunità formata da altri che, come loro, anziché piangersi addosso si sbattevano. I Declino, tenaci. Gli Indigesti, geniali. I Peggio Punx, romantici. Prima ancora, i Quinto Braccio, una leggenda. E poi Franti, differenti per l'approccio sonoro ma vicini per vocazione anarchica. Solo per restare in Piemonte, s'intende.
Fama internazionale, apparizione storica al "Monsters Of Rock" con gli Ac/Dc, un turnover di batteristi da Champion's League (Fabrizio Fiegi, l'olandese Rowdy James e Neffa, ora rapper e cantante soul, hanno lasciato più di altri il segno tra i fan del gruppo torinese), ed una stima pressoché incondizionata nel circuito punk americano meritavano di essere immortalati da due grandi idee: la prima è il disco, "Tutti pazzi", formidabile. Lo ascolti e lo riascolti, non vuole lasciare lo stereo per nessun motivo.
La seconda è che ad esso non seguirà la canonica riunione fuori tempo massimo: noblesse oblige, i Negazione sono come i Clash, antologia sì, di rifondarsi non si parla neppure. E' una forma di rispetto verso sé stessi e verso il pubblico che suona come una delle loro canzoni: "Lo spirito continua".
Paolo Ferrari