HM Gennaio 91

I Negazione non hanno bisogno di presentazioni. Li ritroviamo nuovamente su queste pagine, e questa volta pure sulla copertina, in occasione dell'uscita di "100%", il loro nuovo album, curato ancora una volta dalla indipendente tedesca We Bite. Marco Mathieu è un personaggio simpatico e cordiale, che al momento giusto so lasciare da parte giochi ed amicizia per parlare del progetto che lo vede coinvolto, con grande cura e professionalità. Nello sbobinare l'intervista che segue ho lasciato da parte tutte le stupidaggini e gli scherzi che hanno in realtà tempestato preoccupantemente la conversazione tenuta col bassista del gruppo torinese, per rendervi possibile la lettura e l'apprezzamento di una delle realtà più belle del nostro panorama musicale di un certo impegno!

HM - Cosa è successo dopo la doppia uscita dei singoli "Behind The Door" e "Sempre In Bilico"?

Marco Mathieu - Quei dischi sono usciti nell'estate del 1989. In seguito abbiamo definitivamente stabilizzato la formazione con l'ingresso di Jeff Pellino alla batteria, ed abbiamo dato il via ad una intensa attiività concertistica che ha coinvolto molte città italiane, ed un paio di puntate nel nord d'Europa. Abbiamo poi ripreso a vivere quella condizione, fatta di prove, di composizione di nuovo materiale e di vita in comune, propria delle band con una line-up definita e stabile, non certamente basata solo su collaborazioni temporanee. La maniera di comporre i brani è così cambiata progressivamente, visto e considerato il fatto che i Negazione, per la prima volta dopo un bel po' di tempo, sono tornati ad essere un gruppo a tutti gli effetti... Il nuovo materiale lo siamo andati a registrare in Olanda all'inizio dell'estate scorsa, e da lì siamo andati direttamente negli Stati Uniti, dove siamo rimasti per un mese e mezzo per un tour di trenta date di supporto ai D.O.A., alcune esibizioni da headliner per conto nostro, ed un concerto, invitati ufficialmente e primo gruppo italiano in assoluto ad ottenere questo risultato, al New Music Seminar di New York. Dopo questa importantissima esperienza americana, (importante sia perché si trattava della nostra prima volta e sia perché suonare davanti a gente nuova ed in un continente dove i riferimenti alla musica che noi proponiamo esistono da molto tempo è davvero fondamentale), siamo tornati in Olanda, in pratica la nostra seconda casa, per concludere il missaggio del nuovo disco e per fare qualche altra data di rodaggio del nuovo materiale.
Tornati in Italia ci siamo presi un meritato periodo di riposo per riordinare le idee e riprendere fiato! Poi di nuovo prove, l'uscita di "100%" e nuovamente concerti, prima in Italia - serie di esibizioni già conclusa quando leggerete queste righe! ndr - e poi in giro per l'Europa, un breve ritorno, e poi, ci auguriamo, visto che i contatti sono già stati positivamente avviati, un ritorno negli U.S.A.!

HM - Come sono stati, in linea di massima, i responsi nei vostri confronti in America?

MM. - Molto buoni direi. La data al New Music a New York è stata molto Luona ed anche le oltre che abbiamo affrontato da soli. Per il giro coi D.O.A. è necessario sottolineare il fatto che quel gruppo non è più sulla cresta dell'onda come un tempo, per cui le situazioni di pubblico che ci siamo trovati di fronte nelle varie date sono state estremamente diversificate ed alterne. Comunque, in linea di massima, i responsi sono stati più che lusinghieri per noi.

HM - Vi conoscevano in molti?

MM. - Sì, sebbene sia il caso di sottolineare come negli Stati Uniti il ricambio di pubblico sia sempre rapido e profondo; la scena muta si trasforma con estrema rapidità, per cui non tutti erano informati di "Lo Spirito Continua", il nostro unico disco, per ora, ufficialmente stampato in America. Pare poi che "lOO%"godrà di una certa diffusione e distribuzione da quelle parti...

HM - "100%" è il titolo del nuovo LP per via del fatto che, finalmente, la formazione è completa e stabile?

M.M. - Sì, ma non solo. E' nato un po' come uno scherzo: quando sei in tour nascono dei luoghi comuni, delle frasi ricorrenti e delle parole chiave, che dopo un po' racchiudono interi concetti e sensazioni, 100% è certamente fra queste! E' un titolo in fin dei conti semplice, diretto, che vuol dire tutto: la totalità; la stessa interezza che noi mettiamo a livello di coinvolgimento quando suoniamo! "100%" è il tasso di impegno e trasporto che noi abbiamo messo nel nostro progetto in tutti questi anni e che, ci auguriamo di cuore, ci sta in un certo modo ripagando per la nostra perseveranza...

HM- Trovi ci siano molte differenze tra "Little Dreamer" e "100%" .

M.M.- Sicuramente una maggiore maturità a livello compositivo, ed una compattezza forse più vicina a "Lo Spirito Continua" che a "Little Dreamer".

HM-Si tratta dell'album capolinea per ciò che riguarda il vostro contratto con la We Bite. E dopo?

M.M.- Dopo... Non ti nascondo che non saranno tutte rose e fiori per noi; ancora non sappiamo nulla del dopo-We Bite. Non c'é nulla di definitivo e vogliamo valutare le varie situazioni che si verranno a creare con una certa calma ed un certo distacco. Con la We Bite esistono chiaramente dei problemi, come esisterebbero con qualunque altra casa discografica, ma con loro è subentrata una certa amicizia che non si può sottovalutare.

HM- Tornando al disco: su CD c'é un brano in più rispetto alla versione su vinile...

M.M- Si tratta di "I think I see the light", di Cat Stevens. Un brano che ci è sempre piaciuto molto e che pensavamo di poter rendere nella nostra maniera, col nostro stile; per noi il fatto di fare una cover ha sempre significato trasformare un brano di uno stile assolutamente diverso, se non addirittura opposto, e di renderlo nella maniera più personale possibile; attaccarsi ad una song in un certo senso similare come stile e composizione al repertorio proprio ci sembrerebbe inutile e controproducente, del tutto superfluo! Credo che sarebbe abbastanza stupido se i Negazione si mettessero, che ne so, a fare cover degli Stooges...

HM - Certamente ci sarà chi, vedendovi sulla copertina di HM, vi muoverà delle critiche: vuoi dire qualcosa a riguardo?

MM. - No. Penso che ci siano cose notevolmente più interessanti ed importanti da fare e da dire piuttosto che affrontare una polemica del genere! Non mi tange assolutamente la prospettiva di prendere in considerazione un fatto del genere, seppure per pochi minuti... Credo che sarebbe il caso che certa gente smettesse di ragionare col paraocchi e cominciasse sul serio ad usare la testa; a me fa piacere essere sulla copertina di HM, e credo che chi ci conosce lo sia altrettanto. Apparire sulla copertina di un giornale che si occupa di musica mi pare, per ciò che ci riguarda, sia la cosa più normale e naturale del mondo: eventuali rimostranze o polemiche su questo fatto credo che siano decisamente aria fritta... Non penso che sia il caso di tirarmi in ballo e scendere sul piano di una discussione che, capirai bene, lascia sicuramente il tempo che trova! Ci sono cose ben più importanti da pensare e prendere in considerazione..

HM - Dei testi dei brani di "100%" te ne sei occupato tu?

MM. - Metà io e metà Zazzo (il cantante, ndr); penso che comunque la paternità delle liriche risulti abbastanza evidente se si leggono con una certa attenzione. Gli stili sono completamente diversi, e differenti sono pure le attitudini di chi li ha scritti. Non esiste nessun legame tra un brano e l'altro dal punto di vista concettuale: ognuno vive una sua autonomia contenutistica scevra da un eventuale filo conduttore o messaggio generale. In ogni pezzo si osserva la realtà in un suo qualche aspetto, e musicalmente, come accennato prima, c'è più omogeneità e compattezza che nel lavoro immediatamente precedente. Dei testi scritti da Zazzo preferisco non dire nulla, visto che sarebbe più giusto che fosse lui stesso a parlarne; per quanto mi riguarda i brani di cui mi sono occupato sono, per la precisione, "Back To My Friends", "Parole", "Brucia Di Vita" e "Fall Apart". Tengo particolarmente ai due cantati in italiano, visto e considerata il fatto che tale tipo di testo suscita sempre una grande attenzione ed un particolare coinvolgimento da parte dei ragazzi in Italia. Si tratta secondo me di testi abbastanza positivi, vale a dire che guardano le cose ottimisticamente, con una apertura che non è cupa, ma piena di luce e di speranza. Non deve mai subentrare la rassegnazione o il pessimismo, ma deve sempre prevalere il sentimento di caparbietà e fermezza in ciò in cui si ha fede ed in cui si ripongono le proprie speranze: reagire contro le negatività della vita senza mai dare per scontata la sconfitta... Certi testi non vogliono e non pretendono certamente di essere una imposizione o un suggerimento pretenzioso, solo una voce nel silenzio: una pietra scagliata verso l'ignoto. Io credo di essere molto ottimista e Zazzo non sembra esserlo altrettanto: sta tutta qui la differenza tra i testi scritti da me ed altri come "Yesterday Pain" o "Get Away".

HM - All'estero come reagiscono ai brani che cantate in italiano?

MM. - Certamente non in maniera negativa! Non è assolutamente vero, a mio giudizio, che all'estero i gruppi italiani che cantano in lingua madre non vengano apprezzati nel giusto modo: un ritornello fatto bene, delle parole che abbiano il suono giusto, un sound che sappia coinvolgere e trascinare, ed ecco che, pur non capendo le parole, il pubblico straniero è pronto a farsi piacere una song cantata in italiano. Viene premiato il gruppo che suona bene... e poi l'idioma italiano riscuote molta simpatia all'estero, non è vero che non viene digerito facilmente!

HM- Ma non ti secca un pò il fatto che, all'estero coi brani in italiano ed in Italia coi pezzi in inglese, la gran parte della gente che viene ai vostri concerti non capisce di cosa si stia parlando?

MM. - Il messaggio che noi vogliamo lanciare con le nostre conzoi non è detto che debba essere recepito nella sua pienezza e totalità proprio al momento del concerto. Musica e parole sono il messaggio completo, fatto di sensazioni non obbligatoriamente legate al concetto che ci stiamo sforzando di esprimere. Quello che noi ci impegniamo a fare è proprio questo, e quindi cantare in cinese, in portoricano o chissà come, ha in realtà una importanza relativa, visto che il messaggio può essere colto in fasi diverse o a mezzo di canali di comunicazione differenti. Se poi, all'interno del disco, io gruppo dò anche la possibilità di apprezzare meglio ciò che voglio dire, tutto di guadagnato!

HM - "Brucia Di Vita" sarà il singolo portante di "100%"...

MM. - Sì, e la cosa buffa è che al momento del suo concepimento, non c'è stato nulla di pilotato o premeditato per farne un singolo. Può sembrare strano, ma pure per "Sempre In Bilico" fu la stessa cosa... Ne sarà comunque fatto un videoclip montato con immagini live ed oltre diverse.

HM - Le voci che si sentono in apertura delle due facciate...

MM. - Dunque: in apertura della side A, all'inizio di "Back To My Friends", la voce che si sente è quella di Mickey Rourke nel film "Barfly", quando invita i suoi amici o bere; sulla seconda facciata la voce che pronuncia malissimo il nostro nome al telefono, in apertura di "Brucia La Vita", è quella del cantante dei D.O.A.! In più, visto che siamo in argomento, posso dirti che, verso il finale dello stesso brano, si può sentire una citazione di Roberto Benigni tratta dal mitico film "Down By law"...

HM - Come mai una telefoto sulla copertina?

MM. - Mah, era un'idea che portavamo nella mente da tempo. Il particolare del viso di Zazzo sul davanti ed il palco col nostro striscione sul retro, stampati in quella maniera, sono cose un minimo particolari, come del resto le foto all'interno della copertina.

E' tutto anche per questa volta: sentite l'album, potrebbe essere un ottimo acquisto, al "100%"!

Vincenzo J. Barone